Ecco di seguito ragazzi una nuova e affascinante esperienza di Tarcisio
che domenica si è cimentato in questa manifestazione dura e meravigliosa.....
Le Tre Cime di Lavaredo... |
Ti parlano di una gara, te la consigliano insistentemente
dicendo che è molto bella, esplori i diversi siti per vederne le fotografie e
dentro di te il desiderio di esserci si fa incontenibile. Cerchi di non farti
fermare da dolori o acciacchi perché senti che l’appuntamento con le tre cime
sopra il cielo si configura sempre di più come irrinunciabile. Da lì fai tutto
da solo, te la racconti come vuoi. Leggi la descrizione del percorso ma ne
estrai solo alcune informazioni, quelle più comode, capisci solo quello che
vuoi capire e tutto il resto si sfuma nella mente, ignori completamente dati
salienti perché il pensiero ormai segue inarrestabile la sua trama con la sua
piega. Le previsioni prima e il cambiamento meteorologico poi, fanno il resto
regalandoti la prospettiva di un weekend da azzurro indimenticabile. Ci sono
tutti i presupposti per un’ottima corsa in montagna ma anche per una serie di
errori imperdonabili.
La Tre Cime Alpin Run si snoda in un paesaggio bellissimo,
quello della val Pusteria e delle dolomiti di Sesto ma le tre Cime non sono
sopra il cielo perché ci voli leggero trasportato dal loro incanto ma perché
sono lassù, in alto, lontane e difficili da raggiungere.
Il dislivello della salita non è diverso da altre gare, 1350
mt circa su 17 km non sono impossibili, ma
qui, fino all’8° km la salita è leggerissima, attraverso la bella val Fiscalina;
dall’8° al 14°, in soli 6 km,
ti trovi ad affrontare un dislivello di 900 m. Il paesaggio è davvero bello, ma
rispetto agli escursionisti che affollano il percorso e si godono il panorama,
hai una traccia di pensiero sottosoglia che ti sollecita a correre, a tenere lo
sguardo concentrato, a puntare al traguardo. Ci provi in tutti i modi, pensi ai
tuoi amici che in montagna sembrano meno in difficoltà, ti sembra di vedere Elena,
Severino, Claudio, Emanuela, queste immagini ti ridanno il sorriso ma la salita
resta dura, cercando di capire in che
modo sia nata la sottovalutazione della gara. Non trovi risposte ma raggiungi
il penultimo ristoro, il penultimo rifugio, “Pian della Cengia” per i più
esperti, sei a quota 2600, ti si apre un attraversamento spettacolare e cominci
ad affrontare una tanto desiderata discesa che ti porta agli ultimi due km da
sogno, ti porta tre metri sopra il cielo ma devi avere la forza per guardarlo.
La vista sulle Drei Zinnen dal rifugio Locatelli è di insuperabile bellezza,
sei lì per questo e solo per questo, questo è il fotogramma che tanto ti ha
fortemente attratto, devi farlo tuo per sempre e in poco tempo perché l’altra
cosa che leggendo non avevi capito è che gran parte del ritorno verso la
partenza sarà da affrontare a piedi. Con lo sguardo incantato, cominci il
viaggio di ritorno, ti separano dalla navetta per Sesto poco meno di due ore di
discesa. Il pasta party ti attende, poco dopo le tre del pomeriggio sei seduto
davanti ad una meritatissima pasta al pomodoro.
Gara bellissima ma anche il paradiso è impegnativo ed è
meglio non sottovalutarlo.
Se qualcuno, non spaventato da questa descrizione, vuole
lanciarsi in questa avventura deve anche ricordare che trovare una camera di
sabato, nell’ultimo weekend estivo e della gara, è impossibile per un raggio di
molti km e che questo è un altro dettaglio da ricordare attentamente.
Tarcisio.
Foto.
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