Trasferta x Paride,Giacobbe e Del Barba
alla Cortina Dobbiaco.
Ecco il resoconto di Beppe:
"Siamo appena arrivati da cortina. Questa volta ce la siamo presa con tutta calma, sia all’andata che al ritorno. La Cortina Dobbiaco Run
è sempre una certezza. Sotto tutti i punti di vista. E non ho ancora
sentito qualcuno che vi abbia partecipato e che non ne sia rimasto
entusiasta. Il percorso è immerso in un’oasi paradisiaca. Si respira
libertà, calma, natura. L’organizzazione è impeccabile... Corsa sotto i
punti di vista, dal piacere di correre allo star bene correndo,
dall’agonismo della gara all’amicizia dello stare insieme dei grandi
eventi. La Cortina Dobbiaco Run è tutto insieme, un mix che non può far
altro che farti innamorare
Qualche
ora di macchina e seguiti da un tempo incerto che ci accompagna per
tutto il week-end. Il sabato è dedicato esclusivamente al ritiro pacco
gara ed a qualche giro nei dintorni. Strade, alberghi, appartamenti,
parcheggi sono pieni all’inverosimile per un’invasione pacifica che solo
chi ha seguito i grandi eventi sportivi ha imparato a conoscere.
Ovunque si vedono persone di tutte le età in tuta, divisi per colori
sociali, con le loro borse e i loro discorsi tutti uguali.Si parla di
corsa ,di tempi e di tempo..Abbiamo scelto su consiglio del nostro amico
STEFANO la location, a poca distanza dalla partenza delle navette per Cortina.
Alle
5suona la sveglia. Dalla finestra nubi e foschia. Sembra una
giornataccia... Arriviamo verso le 6,30 all’appuntamento con i bus,.
Stretti come sardine ci infiliamo sul pullman che ci porta trenta
chilometri più su, fino al villaggio di Cortina. Quando scendiamo fa
freddo. Ci cambiamo veloci sotto il pala ghiaccio che ci accoglie in
attesa di spostarci verso la partenza.. La giornata prende una piega
diversa quando le battute di Claudio trovano la replica di Paride. E’
bastato poco. E’ ora,,avvolti nei cellophan,che distruggiamo, si parte.
Il percorso si snoda prima su una lunga salita e poi lungo una leggera
discesa fino all’arrivo,,, Dallo scorso anno ho imparato che nella prima
parte l’importante è non forzare per non rischiare di arrivare cotti in
fondo
Lasciate
le strade di Cortina tramite una piccola salitella prendiamo il
sentiero lungo il quale correva il vecchio trenino che univa Cortina e
Dobbiaco. Il terreno, nonostante sia sterrato, è regolare, in alcuni
tratti completamente sassoso, in altri suddiviso in due binari divisi da
una striscia d’erba. Il cielo rimane plumbeo, con nuvole grigie e
basse.. Cerco di concentrarmi sul paesaggio dimenticando il tempo,
lasciando le gambe girare regolari. Uno dei tratti caratteristici della
corsa arriva poco prima del 7 Km. Si entra nella prima galleria: tre
metri di larghezza per sei di altezza, terreno appena battuto, pareti
scavate ma non lavorate con roccia a vista, piccole lampade appesa al
soffitto che danno una luce appena sufficiente a vedere dove si mettono i
piedi, una piccola nuvola di polvere che si alza dalla metà in poi. Uno
spettacolo difficile da raccontare. C’è silenzio, rotto solo dal rumore
dei passi. Fuoriusciamo e poco dopo il rumore cambia: come sottofondo
l’eco del torrente che passa sotto di noi e poi il tamburellare
frenetico dei passi sul legno del ponte. A strapiombo per duecento
metri. Tutto intorno le pareti delle montagne e nient’altro. Per finire
ci buttiamo nella seconda galleria, completamente diversa dalla prima,
con la classica cornice arcuata di mattoni all’esterno e le pareti lisce
e lavorate all’interno. Il terreno è irregolare e quasi tutto in ombra.
Era uno dei passaggi che già lo scorso anno mi era piaciuto tantissimo e
questa volta, più pronto, me lo sono goduto ancora di più. Intorno al
passaggio del 10 Km nuovo quadro da sogno. Percorso pianeggiante tra
l’erba e il bosco di altissimi pini alpini. Al fianco del sentiero su
cui passiamo scorre parallelo e placido un piccolo torrentello. Acqua
limpida e calma. Il cielo si apre proprio in quel frangente proiettando
vento e luce tra i rami. Intorno nemmeno una parola se non del pubblico
che accosta lungo la strada e ci incita. Al 12 Km inizia una prima
discesa lunga due chilometri. So di non dover forzare, ma la maggior
parte di quelli attorno a me aumenta il ritmo. Mi passano in molti
approfittando del dislivello a favore.. Manca ancora più di metà gara e
poco dopo ci sarà nuovamente salita.. Anche qui uno spettacolo. La
pineta si apre in un largo prato verde e veniamo accolti dal boato del
tantissimo pubblico presente. Inizia la discesa finale. Mi trattengo per
i primi chilometri fino al 19 Km. Dopo il quarto ristoro parto e
aumento leggermente … ma vengo preso da crampi(GIORNATACCIA???),, mi fermo , faccio un po’ di stretching, poi riparto….. sembra tutto passato ,
ma le gambe sono stanche. Praticamente qui comincia la mia gara. La
soddisfazione per me è grande quando vedo la fine, il gonfiabile , la
gente che urla ( anche se non mi conosce ) I metri passano più
velocemente,L’energia sembra arrivare … e finalmente taglio il
traguardo… Affaticato ma felicissimo guardo Paride e gli dico :-MENO
MALE CHE SI CHIAMA CORTINA.
Non
posso dire che sia stata la gara perfetta, ma La Cortina Dobbiaco Run
con le sue sfaccettature e con gli amici che l’hanno corsa con
me(Claudio e Paride )l’ hanno resa bellissima"
Giuseppe Giacobbe
Nessun commento:
Posta un commento